Le Murge

Le Murge fisicamente rappresentano la spina dorsale della Puglia. L’esteso bastione calcareo si eleva dal Tavoliere, a partire dal fiume Ofanto, fino alla soglia messapica, e dalla Fossa premurgiana, a confine con la Basilicata, fino alle sponde adriatiche.
La Fossa Premurgiana, incisa dal fiume Bradano, divide le Murge dall’Appennino Lucano, al quale si congiungono con la Sella di Spinazzola.

Lo sterminato banco roccioso e arido murgiano, enorme per estensione e spessore (oltre i 2600 m circa in certi punti) occupa i tre quarti della superficie totale della provincia di Bari e gran parte di quella di Taranto, in piccola parte il territorio di Brindisi e Matera. Si staccano dall'Appennino lucano e si prolungano nella zona interna di Bari fino alla Penisola Salentina.
Il toponimo Murgia deriva dalla voce latina "murex-murigis: pietra aguzza". La radice “mur” indica, quindi, roccia ripida, donde mur-us, mur-ex, muro, muretti a secco e numerosi paesi detti “Muro”.
Per la gente pugliese la parola “Murgia” si riferisce a qualsiasi sporgenza affiorante. Più specificatamente nella provincia di Bari è sinonimo di pascolo roccioso.
Le Murge sono rappresentate da due serie estese di colline, con predominanza della media collina, disposte a terrazze, quasi parallele, che corrono da Nord-Ovest a Sud-Est, raggiungendo nella zona settentrionale le maggiori altezze (700 m circa).
Si preferisce distinguerle in due settori:
- le Murge Settentrionali o Murge di Nord-Ovest o Alta Murgia;
- le Murge Meridionali o Murge di Sud-Est o Bassa Murgia.
Entrambe separate dall’insellatura di Gioia del Colle.
Dal punto di vista morfologico l’insieme roccioso, che raggiunge la quota massima di 686 metri s.l.m. con Torre Disperata, è piuttosto vario:
- l’Alta Murgia, più alta, degrada dolcemente verso l'Adriatico e ripidamente verso lo Ionio;
- la Bassa Murgia, più bassa, degrada con una certa pendenza, verso l'Adriatico, con declivio dolce verso Sud e Sud-Est. Loro caratteristica è il paesaggio dei trulli.
Questa suddivisione non è solo geografica: le due aree, infatti, presentano notevoli diversità ecologiche contraddistinte da una diversa identità climatica, faunistica, floristica e storico-culturale.
Il territorio compreso all’interno della Comunità Montana delle Murge del Sud-Est Barese, che riunisce i sei Comuni, si caratterizza per il fatto di trovarsi a cavallo dei due settori. Ciò consente al visitatore di godere di diversi aspetti che rendono le Murge uno dei territori con maggiori valenze naturalistiche della Puglia.

IL CARSISMO DELLE MURGE

Le Murge sono di natura calcarea e hanno un’origine molto antica, risalgono all’Era secondaria, essendosi sedimentate nell’ultimo Periodo del Mesozoico, il Cretaceo, cioè circa 130 milioni di anni fa.
I calcari murgiani e pugliesi fanno capo a due distinte formazioni: i calcari di Bari, più antichi, che hanno strati di piccolo spessore (calcari a chiancarelle) e i calcari di Altamura, successivi ai calcari di Bari come deposizione, che hanno una stratificazione meno fitta.
I fossili guida del Cretaceo, che possiamo trovare nei calcari delle Murge, sono le rudiste, molluschi appartenenti alla classe dei bivalvi (lamellibranchi) con dimensioni variabili da specie a specie, da pochi centimetri fino ad oltre un metro. Esse vivevano tra il livello di bassa e quello di alta marea e, quindi, indicano antiche linee di costa.
L’acqua nel corso dei millenni ha corroso la roccia calcarea e ciò è testimoniato da lunghi solchi, diversamente profondi, detti “lame” e “gravine” che sfociano rispettivamente nel Mar Ionio e nel Mar Adriatico.
Sono rocce modellate dagli eventi meteorici che si alternano a terra rossa (e diversi tipi di terreno), grotte e caverne (utilizzate dall’uomo come abitazioni sin dalla preistoria), andri, cavità, puli, pulicchi, voragini, inghiottitoi, grandi e piccoli, tanti, sparsi ovunque insieme ai torrenti sotterranei che si intersecano tra loro fino ad arrivare al mare. Sono le testimonianze del lavorio delle acque sul calcare concretizzate nell’arco di migliaia e migliaia di anni di lotta fra gli elementi naturali.
Alla millenaria attività delle acque profonde è dovuto quell’inestricabile intrigo di caverne e di grotte, abbellite di stalattiti e stalagmiti, presente nel sottosuolo.
Per esempio oltre le 500 grotte note ce ne sono tante altre che pochi conoscono.
Il basamento calcareo di tutta la Puglia è costituito da un reticolo di torrentelli, torrenti e fiumi sotterranei che rappresentano la testimonianza più vistosa del carsismo. Sono fiumi ricchi di tutta l’acqua sottratta alla superficie. Per questo motivo la Puglia fu chiamata sin dall’antichità “Siticulosa Apulia” (Orazio).

I BOSCHI

Il Bosco Trullo Grotta del Lupo, nel territorio di Cassano delle Murge, è un ceduo misto a copertura arborea scarsa. Lo strato arboreo, costituito da roverella e coccifera, è sostituito da arbusti bassissimi delle stesse essenze, quasi a cuscino, dove affiora il calcare.
I comprensori di Cassano e Santeramo, a confine fra Alta e Bassa Murgia, un tempo quasi interamente bosco, presentano oggi formazioni boschive all'interno di un intenso paesaggio agrario.
Il Bosco Santoro è situato a 3 Km a sud di Cassano, sulla strada per Santeramo, oltre il bivio per Altamura, separato dal tratto di strada da un muretto a secco, permettendo il pascolo tutto l’anno. La parte boscosa, sul declivio di una delle colline a sud-ovest di Cassano, è costituito da uno strato arboreo molto fitto di roverella (2-3 m di altezza), di coccifera, di perazzi o perastri e da un fitto strato arbustivo.
Nelle vicinanze di Santeramo si distinguono tre aree boschive di rilievo.
Il Bosco della Parata costituisce un insieme unico a livello nazionale per la contemporanea presenza di sei specie di quercia: il fragno, la roverella, il cerro, il farnetto, il leccio e la coccifera. Costituito da grandi querce dalla chioma espansa, sparsi tra le radure che si aprono all’interno del bosco. Sono presenti anche lembi di pineta a Pinus haelensis realizzate in passato dal Corpo forestale dello Stato, in assoluto contrasto con le caratteristiche della vegetazione locale. Il bosco si sviluppa lungo la strada tra Santeramo e Matera.

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